venerdì 1 aprile 2011

I nostri candidati: Barbara Spongia

Sono nata a Trieste, ho sempre vissuto in questa città e la considero la più bella del mondo.
Faccio la programmatrice, sono sposata ed ho due bimbi piccoli.

Dopo il diploma mi sono iscritta all'Università ma contemporaneamente, volendo iniziare a lavorare al più presto, ho seguito un corso di specializzazione in informatica ed in breve tempo sono riuscita ad entrare nel mondo del lavoro anche se, come per tutti i giovani, tramite la lunga trafila di collaborazioni e contratti atipici. Con un po'di fortuna comunque, dopo qualche anno, sono riuscita ad avere un contratto a tempo indeterminato.
Molto presto però l'arrivo della crisi ha portato la società per cui lavoravo a chiudere la sede di Trieste e così a 34 anni ed a pochi mesi dal matrimonio, mi sono ritrovata senza lavoro.
Mi sono sempre definita una precaria di "ritorno" e solo adesso, dopo 7 anni, ho nuovamente un lavoro stabile che mi consente di guardare con un po’più di tranquillità agli anni a venire.

Ho deciso di candidarmi con SEL al Comune di Trieste per poter mettere al servizio di tutti l'esperienza diretta che ho fatto in questi anni nell'ambito del precariato e dei disagi, sia sociali che personali, che questo comporta.
Penso infatti che, solo dopo avere provato sulla propria pelle cosa significa non sapere se tra due settimane si avrà ancora un lavoro, si possa capire quante difficoltà e quante angosce questo comporti nella pianificazione del proprio futuro.

La mia Laurea in Scienze Naturali inoltre, mi ha sempre portato ad interessarmi di ambiente.
Mai come in questo momento però, reputo sia necessario rivolgere l'attenzione politica, nazionale e soprattutto locale, su questo argomento.
Ritengo che, la corretta pianificazione nell'utilizzo delle risorse naturali nell'ambito del territorio locale, la necessità di ridurre al minimo gli sprechi e quindi i costi di gestione dei nostri edifici, la volontà di riunire la città alle piccole realtà produttive immediatamente circostanti che, fino a non molti anni fa, ne valorizzavano la qualità della vita, debbano diventare il fulcro della discussione politica e la strada da perseguire per lasciare alle generazioni future un ambiente migliore dove vivere, un territorio meno sfruttato e meno inquinato.

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