venerdì 1 aprile 2011

I nostri candidati: Federica Marzi

Mi chiamo Federica Marzi, ho 36 anni, provengo da una tipica famiglia triestina dove alcuni elementi sloveni si intrecciano ad elementi istriani, mentre altri ancora sono emigrati oltreoceano o “rimasti” in Slovenia, dall’altra parte del vecchio confine. Vorrei rileggere la storia della nostra città a partire da queste intersezioni e traiettorie familiari, consapevole di come simili storie non siano per niente piane e lineari, ma anche conflittuali e contraddittorie.

Mi sono laureata a Trieste in lingue e letterature straniere. Da più di dieci anni faccio l’insegnante, conducendo corsi di italiano e di alfabetizzazione rivolti alle cittadine e ai cittadini stranieri immigrati a Trieste e con al mio attivo esperienze di lavoro in Austria e in Spagna. Sono anche dottoressa di ricerca in scienze umanistiche, un titolo che ho da poco conseguito all’Università di Trieste e di Düsseldorf con un progetto su una letteratura ibrida sorta nell’ambito dell’emigrazione italiana in Germania del secondo dopoguerra.  

SEL è il primo partito al quale mi sono iscritta, ma ho sempre fatto politica con i movimenti della società civile (Amnesty International, proteste studentesche, Social Forum). Il partito di Vendola mi ha dato l’entusiasmo e la speranza che vedo spenti negli occhi di tanta gente, soprattutto di molti miei coetanei e coetanee appartenenti alla generazione dei “milleuristi”, dei precari a tempo indeterminato, dei cervelli in fuga o stritolati dal berlusconismo e dei disillusi, ai quali mi rivolgo in particolare perché sia possibile ricominciare a immaginare un’altra vita e un futuro diverso da quello che ci viene offerto, e perché è veramente ora di urlare: basta! È ora di voltare pagina.
Insieme a loro, insieme a voi, vorrei fosse possibile rialzare la testa, riprenderci i nostri diritti e lottare per contrastare ogni forma di precarietà, solidali con molti altri e altre: licenziati, disoccupati senza assegni, pensionati con la minima, gente che non arriva a fine mese.

Il mio impegno politico vuole indirizzarsi alla costruzione di un’altra identità culturale, alla diffusione di una cultura del risparmio energetico e alla difesa dell’università e della ricerca.
Credo sia fondamentale che la nostra città recuperi la sua vocazione storica a essere “dei molti”. Questo significa superare identità e politiche culturali assolute e municipalistiche, lo schema della “Trieste italianissima” o quello delle svariate comunità “parallele”, tutti modelli che, negli anni, hanno bloccato e soffocato progetti di sviluppo e rilancio. È invece necessario che Trieste si riconnetta alle sue varie alterità e molteplici presenze: alle comunità storiche, linguistiche e religiose, del territorio; al suo naturale retroterra, e dunque ai vicini comuni sloveni e croati; agli immigrati e ai rifugiati qui residenti. Progetti di istruzione scolastica e di formazione plurilinguistici con al centro l’insegnamento e la diffusione della lingua slovena, progetti capaci di coinvolgere, intersecare e contaminare le varie istituzioni culturali del territorio, progetti di cooperazione transfrontaliera sono alcuni degli ambiti cui vorrei destinare le mie energie.
In secondo luogo intendo impegnarmi per la diffusione di una cultura del risparmio, della riconversione energetica e della decrescita: perché l’energia verde sia un diritto per tutte e tutti. La lotta allo spreco dei consumi energetici, l’autoproduzione dell’energia e la riconversione ecologica dell’economia poste al centro del programma di SEL rappresentano la chiave di volta per un ambizioso progetto di rinnovamento economico, politico e culturale della città. Da qui si possono ricavare le risorse da destinare a beni e servizi per la collettività, da qui possono crearsi nuovi posti di lavoro, e da qui può rinascere una città dove donne e uomini di tutte le età e appartenenze sociali e culturali possono aspirare a una vita degna di questo nome.
Infine voglio spendermi perché Trieste possa essere valorizzata come città della ricerca scientifica e umanistica, perché le amministrazioni locali sostengano la formazione avanzata, perché si crei una rete di collaborazione con i tanti centri di eccellenza presenti sul nostro territorio e anch’essi possano contribuire alla costruzione di una Trieste migliore. 

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