venerdì 1 aprile 2011

I nostri candidati: Massimiliano Spanu

Mi chiamo Massimiliano Spanu e sono un Professore di Semiologia del Cinema e degli Audiovisivi, Ricercatore confermato presso il Dipartimento di Scienze della Formazione e dei Processi culturali dell’Università degli Studi di Trieste. Da sempre mi occupo di comunicazione, di videoarte, di tecniche digitali, della dinamica tra Realtà e Rappresentazione, di grafica e arti visive.
In un momento fondamentale della vita politica e socio-economica del paese, per i riflessi che si avranno sulla politica nazionale, conseguentemente a questa incipiente tornata elettorale e amministrativa, ho ritenuto di prestare il mio impegno al pensiero di una città in trasformazione virtuosa. Avverto concretamente la necessità di segnare un cambio di rotta, attraverso la mobilitazione in difesa delle istituzioni e dei cittadini più deboli, la partecipazione attiva, il coinvolgimento e la testimonianza.
Da operatore culturale sono stato Presidente dello storico cineclub La Cappella Underground, nonché Direttore artistico delle prime tre edizioni del rinato “Science+Fiction. Festival della Fantascienza di Trieste”. Ho avuto l’onore d’essere professore di ruolo nella scuola media, dove ho insegnato ma, soprattutto, molto appreso. Ho fatto il critico televisivo e radiofonico (RAI, con l’indimenticato Rino Romano), e ho firmato svariati libri, monografie, opere collettive (ricordo con affetto il mio primo, intitolato “Postmoderno?”, con Giuseppe Petronio), singoli saggi e articoli, alcuni spero in qualche modo significativi. Sono responsabile scientifico della collana “Lo schermo triestino”, dedicata agli autori e agli artisti della città.
Cresciuto nei rioni di Sant’Andrea e San Vito, amo lo sport, e sono un appassionato conoscitore delle sue storie e dei suoi miti. L’ho praticato prima nella squadra rionale, poi nelle giovanili della Triestina (sino ai margini della prima squadra, con la Primavera), nell’arrampicata sportiva, nelle arti marziali (vent’anni quasi tra karate, full-contact, muay thai). Sono da sempre, nel mio piccolo, un difensore strenuo dell’importanza dello sport tra i giovani cui deve essere consentito gioco e crescita personale nei valori nella sana e regolata competizione sportiva, sempre in strutture adeguate.
Sogno per la città di Trieste un rilancio culturale e d’immagine necessario e definitivo, verso un futuro fatto di multimedialità, scienza, sperimentazione e produzione, magari di sponda alla Biennale di Venezia, verso grandi iniziative che favoriscano le competenze e le risorse locali, che facciano di Trieste più la Cannes che la Montecarlo dell’Adriatico. Vorrei lavorare al ripensamento delle parcellizzate e quasi avvilite attività museali locali, alla loro messa in rete, a delle iniziative pensate per i bambini provenienti da ogni parte del mondo (soprattutto quelle in guerra), a nuove strutture ludiche ed educative, tutte rigorosamente wi-fi. Penso a iniziative e spazi opportuni per la musica e il teatro della città, al reciproco incontro con università, scuole, mondo dell’eccellenza professionale.
Avverto la necessità del recupero della cultura ecologica, della valorizzazione delle diversità della città, in tal senso intesa come paiolo di lingue e credo differenti. Vorrei favorire l’iniziativa inter-religiosa, senza preclusioni e paritetica, con mirate iniziative di condivisione ecumenica, che consentano il confronto e il riconoscimento reciproco tra diverse comunità. Allo stesso modo, mi piacerebbe favorire l’emersione delle diverse culture etniche, linguistiche, sessuali (con particolare attenzione al dibattito di “genere”, con grande attenzione alla figura della donna, recentemente così drammaticamente mercificata). Credo in una città culturalmente aperta e viva, dove si dibatte, dove ci si conosce, fatta di comunità e di linguaggi d’integrazione, così come Trieste ha dimostrato di poter essere e come è stata in tempi e fasti purtroppo lontani, quando qui nasceva la moderna letteratura nazionale (Svevo, Saba, Slataper), quando da qui muoveva i primi passi la scienza psicoanalitica nazionale. Mi piacerebbe promuovere la conoscenza del vino, dell’olio, del miele, dei prodotti locali tutti, del mare e del Carso in un momento nel quale si afferma provocatoriamente che con la cultura non si mangia (dimenticando che esiste proprio una cultura, un sapere profondo e antico del prodotto e del mangiare). Mi piacerebbe promuovere la discussione sul e nel lavoro in un momento in cui lavoro non c’è, quando anzi questa sembra parola quasi rimossa, e re-immaginarne il valore, l’orgoglio, la cultura. Spero di essere messo nelle condizioni di poter fare e proporre tutto ciò, con il vostro appoggio e la vostra amicizia.

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