martedì 26 aprile 2011

Trieste Città Aperta; le nostre idee

Proposte a cura dei candidati di Sinistra Ecologia Libertà: Deborah Berton, Stefano Bertuzzi, Daniela Gerin, Sabrina Morena, Gianfranco Schiavone e Dora Zappia

Trieste per la sua posizione geografica e vocazione storica è una città a forte impronta internazionale. La fortuna di queste terre è quella di essere, appunto, un potenziale laboratorio di scambio di compresenza e contaminazione tra lingue, culture e religioni. La nostra città ha avuto esempi di governo dove le differenze erano democraticamente rispettate e dove le stesse rappresentavano ricchezza.

Per restituire questo ruolo internazionale alla città è necessario sviluppare un approccio nuovo nei confronti sia delle diverse comunità storiche che abitano Trieste, sia nei confronti delle immigrate e degli immigrati di recente insediamento.

La Costituzione ci ricorda come: “la Repubblica riconosce e garantisce i diritti inviolabili dell'uomo, sia come singolo sia nelle formazioni sociali....” e si impegna “...a rimuovere gli ostacoli di ordine economico e sociale”(...) che (...)”impediscono il pieno sviluppo della persona umana e l'effettiva partecipazione di tutti i lavoratori all'organizzazione politica, economica e sociale del paese.”

Noi cittadini/e dobbiamo, quindi, evitare ogni forma di chiusura verso l'esterno, e non dobbiamo escludere l'ultimo arrivato solo perché non lo conosciamo o perché temiamo che ci sottragga risorse economiche. Dal nostro Comune dobbiamo pretendere, invece, che difenda tutti gli abitanti potenziando i servizi sociali per tutti, in particolare per le fasce più deboli.

Noi candidate e candidati di Sinistra Ecologia Libertà siamo convinti che sia necessario ripensare le politiche comunali intervenendo su tre filoni fondamentali quali:
  1. la creazione di un ufficio per le politiche attive per l'inclusione sociale dei nuovi cittadini e per lo sviluppo di un dialogo multiculturale e multireligioso;
  2. la promozione di programmi di cooperazione e scambi con i Paesi confinanti dell'Unione Europea e con i Paesi dell'Europa centrale e orientale, anche attraverso la valorizzazione delle comunità presenti in città;
  3. il potenziamento degli interventi sociali evitando ogni forma di discriminazione.

LE COSE DA FARE:

Creare un Ufficio per le politiche attive, che operi sempre con un'attenta analisi dei bisogni delle donne e degli uomini, che garantisca un servizio stabile di mediazione linguistico-culturale, che valorizzi i programmi di accoglienza dei rifugiati, che potenzi il servizio di informazione per gli stranieri, che promuova iniziative a carattere culturale volte all'integrazione.
L'ufficio si coordinerà in rete con gli altri servizi del Comune, della Provincia, dell'Azienda Sanitaria, promuovendo e organizzando dei corsi di aggiornamento per operatori.

Potenziare gli asili nido senza selezionarne l'accesso per promuovere sin dalla primissima età la conoscenza e lo scambio fra bambini, donne e famiglie di diverse culture e uguali diritti.

Valorizzare le culture presenti in città e quelle dei paesi confinanti, sia invitando spettacoli, film, mostre, e altri eventi provenienti dall'estero; sia valorizzando gli artisti/e presenti in città e creando dei laboratori artistici in cui le persone native e immigrate possano incontrarsi e conoscersi.

Promuovere il dialogo interreligioso anche con l'istituzione di uno spazio pubblico gestito dal Comune, quale una sala polifunzionale accessibile ad associazioni religiose e laiche che non hanno spazi d'aggregazione. 

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